All I Want for Xmas...





Non è ancora arrivato Natale che già ho l'orticaria da "cosa fai a Capodanno?"

Amo il Natale, odio il 31 dicembre.
Odio i bilanci, amo i cerchi quando si chiudono, anche se a volte richiedono tempo.

La parola bilancio a questo punto del calendario, arriva in sordina, ma si presenta quotidianamente da qui a fine anno. Giornali, radio, TV si preparano a eleggere l'evento, la donna, l'uomo, il film, la canzone, la parola, e chi più ne ha più ne metta, del 2017.
Odio questo cliché. Come non sopporto l'ultimo dell'anno. 
Festeggiare cosa, un nuovo calendario? Voi festeggiate la fine o l'inizio? Non l'ho mai capito, credo faccia comodo uno switch, a seconda dell'annata celebrate la fine o cospargete di glitter l'inizio.
Polemica?
Neanche tanto, perché nel dubbio metterò anche io qualcosa di rosso, mangerò lenticchie e già che ci sono anche 12 chicchi d'uva vestita peggio che Lady Glitter Brillantina (che non si sa mai)

Preferisco tuttavia pensare che ognuno se lo crei il suo Capodanno, durante l'anno. Che a ognuno di noi possa capitare una o più occasioni per dire riparto da qui, riparto di nuovo.
Come quando metti un punto e vai a capo, o quando addirittura cambi pagina.

Già che ci siamo ho già qualche calendario 2018 pronto in  casa, non vedo l'ora di chiudere uno degli anni più brutti per me. Non so cosa arriverà, ma di sicuro un anno in più, comunque sia andato, insegna qualcosa. Si "invecchia" o si "matura" forse,  e una testa davvero matura sa sfruttare l'esperienza. Speriamo.

Io da quest'anno mi porto via qualche esperienza che mi auguro di trasformare in abitudini per il nuovo anno.

"Lasciar correre", in tutti i sensi.

Lasciar correre gli altri letteralmente parlando, portando più rispetto e pazienza verso le mie giunture e lasciar andare cose, circostanze, situazioni o persone che tolgono solo energie e in cambio non danno niente.

Mi porto dietro il profumo del cloro che ha fatto l'effetto del sale tante volte ricordandomi la bambina che sognava di essere sirena.

Mi porto dietro la mia Frida (la bici) che mi ha stupito, conquistato ed emozionato. Senza illudermi. Mi ha dimostrato che ci si può ancora emozionare e stupirsi, qualsiasi siano le circostanze. Mi ha dimostrato che a volte si rinuncia a qualcosa per far spazio ad altro. Mi ha dimostrato che a volte si rompe un equilibrio e il resto si aggiusta.

Che dire, mi  e vi auguro di rompere e aggiustare ancora tanto da qui a un anno. E soprattutto emozionarsi e non smettere mai di cercare chi o cosa ci permette di farlo.

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