sulla cima


🎶 credo che un giorno così non ritorni mai più... 🎶
ecco cosa suonava nella mia testa alla fine di questa giornata.

52km alla fine segnati sul Garmin
2.850m di dislivello
panorami mozzafiato
13 ore 11 minuti 1 caviglia 2 aulin
sorrisi e buongiorno a volontà
cioccolato quanto basta 2 rospi e 14 ranocchie
Ecco la mia ricetta di un sogno che diventa realtà: 10/09/2016 sono un FINISHER del DOLOMITI di BRENTA TRAIL 2016.
E sono felice, tanto.
La tensione il giorno prima era tanta, la preoccupazione c'era, la distorsione alla caviglia di 2 settimane fa si sente ancora e la giornata sarebbe stata lunga, molto lunga. La notte prima mi sono sognata la mia amica Ela e le sue raccomandazioni e le mie scarpe da trail con la suola che si staccava... numeri vincenti da giocare al lotto non ne ho trovati, ma di sicuro mi ha portato bene!
Nel sogno per la cronaca cercavo del biadesivo, non so l'ho trovato, ma sta di fatto che le mie scarpette non mi hanno tradito!
Il viaggio inizia così, partiti da Molveno che da 4 anni mi ha adottato si procede verso Andalo dove la mia family si fa trovare a mia insaputa e fanno il tifo, neanche 40 minuti dalla partenza e già mi fanno commuovere!
Primo cancello e siamo dentro.
Primo ristoro e già rido! La ragazza con la maglia gialla distribuisce banane ed è molto solare in tutto questo giallo che mi scappa "sembri un minions..." ecco faccio già ridere tutti. Il ragazzo del ristoro viene facilmente corrotto e mi regala una tavoletta intera di cioccolato, che avrà il suo perchè molto più avanti!
Ricaricati io e Ferdi il mio "gemello diverso" come si definisce lui ripartiamo, si sale e tanto. Guardiamo e analizziamo il pettorale nel minimo particolare, c'è stampata l'altimetria, il percorso con i cancelli e i ristori.
La nostra idea è semplice: stare nei cancelli, gustarci il panorama e divertirci.
Le ore iniziano a passare e credetemi volano! Ogni volta che alzo la testa il panorama cambia. E ti toglie il fiato. Non soffro di vertigini, ma la testa più volte gira quando osservo quell'immensità.
Non a caso le Dolomiti sono patrimonio tutelato dall'Unesco, quasi da sindrome di Stendhal!
Arriva l'ora di pranzo, siamo al Passo della Gaiarda e io mi sento così: Gaiarda, abbiamo appena passato un bel ghiaione e la fatica è stata notevole, anche se non so ancora cosa mi aspetta. Ma ho fame e quella barretta di polistirolo al cacao in quel momento, a quell'altezza è buonissima! Come il pranzo della domenica a casa della mamma :-)
E via si riparte. Verso il Passo Grostè col suo rifugio in uno scenario quasi lunare. Il tempo sempre bello ogni tanto cambia, nuvole basse si alzano e si abbassano e creano dei giochi di luce e di atmosfera magica. Al rifugio ci aspetta un vero banchetto che fa dimenticare la fatica nelle gambe, la testa tiene ancora molto bene!
E ora si procede verso Bocca di Brenta io continuo a rimirare il panorama e a immaginare un secolo fa la storia di queste montagne. La Grande Guerra e i rifugi con la loro di storia Graffer, Tuckett, Brentei, Pedrotti, le Malghe... tutto ti parla, ma con discrezione.
Io e Ferdi parliamo, ma con la stessa discrezione, la stessa che queste montagne hanno nei nostri riguardi.
Superata la parte più tosta con ancora ghiaccio e la corda per arrivare in cima alla Bocca di Brenta siamo leggeri, e ci gustiamo quella famosa tavoletta di cioccolato. Fermi sempre in piedi per paura di non riuscire a ripartire... ;-) gustiamo il cioccolato e guardiamo in silenzio il panorama.
Inizia anche a calare il sole, siamo abbondantemente dentro i cancelli l'ultimo con quasi 2 ore e 30 minuti di margine. Sarà l'emozione, sarà che inizia la discesa, sarà che vedo il Pedrotti...ma scivola la caviglia... e tac! Che male, la lacrimuccia arriva. Giustamente penso: siamo al 30k è più corta arrivare che tornare indietro!
Arriviamo al rifugio, mi scaldo con il tè e mi ricarico col Treningrana! E metto la manica lunga.
Si comincia a scendere, avrei voluto correre, mi piace correre in discesa coi sassi che scricchiolano sotto e sei sempre lì al limite della caduta, mi diverto come una bambina, ma stavolta passo. Corricchio ogni tanto, ma il più è una camminata a passo veloce.
Pazienza! E' bello anche così...
Mi gusto ogni passo, ogni sasso.
Un caro amico dopo l'arrivo mi ha definita mangiasassi.
Mi piace.
Rende bene l'idea.
Perchè me la gusto la montagna, senza fretta! Il podio è per gli altri, il mio podio è arrivare quassù, con le mie gambe e la mia testa. Con una preparazione più da incosciente che da atleta, ma con una passione che ti spinge ad andare lassù.
Questo è il mio trofeo, vedere calare il sole e sorgere la luna dietro al profilo delle Dolomiti. La cornice più bella per una foto. Attraversare il bosco con la sola luce della nostra frontale, con la stanchezza nelle gambe che ti fa inciampare ogni 2x3 ma con la consapevolezza che questo resterà uno di quei Giorni con la G maiuscola. Che ti si tatuano nella testa e nel cuore.
L'ultimo pezzo è duro, la stanchezza si sente, la voglia di arrivare e di abbracciare chi ti aspetta anche. Ho contato 2 rospi e 14 ranocchie nel bosco, col povero Ferdi che non ne poteva più dei miei urletti da psicopatica... io odio le rane! Ma alla fine le contavo, per superare anche questo di limite, si prova a superare tutto, la paura, la notte...che per buia possa essere ha sempre una durata limitata, sempre.
Volevo la musica nell'aria... è arrivata.
Ho iniziato questa pagina con un pezzo storico.
Ora lo chiudo con un meno famoso...
🎶 e allora avrai paura perchè quella notte non eri pronto
al mattino ti rialzerai sulle tue gambe
e sarai l'uomo più forte del mondo 🎶

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